Il colore della melagrana by Anna Baar

Il colore della melagrana by Anna Baar

autore:Anna Baar [Baar, Anna]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Voland
pubblicato: 2023-11-13T23:00:00+00:00


ANNI MINORI

L’addio all’infanzia iniziò con un desiderio indiretto, con la certezza dell’irrecuperabilità e della perdita. Il cosmo di bellezze sontuose, paure e leggi segrete divenne deserto, e con quello tutta la speranza che un giorno il desiderio potesse ancora aiutare, come ai vecchi tempi, in cui si diceva che desiderare e pregare aiutassero. E se anche succedesse adesso quello che avevo desiderato, comunque non si avvererebbe mai.

Venne un’estate in cui mi ritrovai in me stessa e nulla poteva togliermi la mia allegra indolenza, che solo agli occhi e nelle parole degli altri era preoccupante. Niente mi inquietava più, tranne forse il volto spaventato di Nada e le sue narici che tremavano quando parlava di Vesela, piena di recriminazioni contro il destino e contro il mio cattivo sangue, e alcune delle sue formule di comando, un’alzata di spalle offesa per scuotermi dalla mia innata aria di sfida, la parlantina, che comportava risposte per tutto, la sua commozione sentimentale, il suo giudizio codificato nei rapidi battiti di ciglia, e di certo anche la tana piena di cadaveri di gattini che aveva scoperto togliendo tronchi e rami dalla catasta di legna, per impilarli con cura in un’altra zona del giardino, non perché fosse necessario, ma perché è il lavoro a rendere le persone persone, Rad je stvorio čovjeka! – e poi, con il giubilo stupito di un cercatore di tesori: Guarda cosa ho scoperto!, quasi si aspettasse che una scoperta del genere potesse farmi piacere.

Alcune cose che una volta erano minacciose o eccitanti adesso sembravano ridicole: la paura della rabbia di Nada, per esempio, se uno dei gatti selvatici faceva le fusa strusciandosi contro la mia gamba, oppure la sua preoccupazione che mi toccassi troppo spesso la pička o che il mio sedermi in grembo a uno dei barbas potesse suscitare desiderio – Gli uomini in queste cose non sanno controllarsi! – o che un boccone incauto potesse soffocarmi ed essere la mia rovina – Pensa un po’: Barba Frane è soffocato con una spina di pesce! L’isola poteva essere una nave oppure no e il suo andare alla deriva o affondare una questione di tempo, proprio come il caldo, il maeštral che piegava l’erba, le alghe che ondeggiavano, le mosche delle carogne che, quando si era a tavola o si faceva la siesta, nonostante tutti gli sventolii, i battiti di mani e l’agitazione, si attaccavano continuamente, dopo un breve svolazzo, alle pelli sudate e salate e alle croste delle ferite doloranti, su cui camminavano allegramente sfregandosi le zampette, come se per quella stupida impresa valesse la pena rischiare il collo. Un tempo avevo lasciato che le mosche seguissero la loro strada, se non mi si attaccavano direttamente alle labbra o troppo vicino agli angoli delle palpebre, perché quel solletico gentile, a volte, era l’unica tenerezza del lungo giorno.

Le persiane si erano aperte. Ciò che fino a poco prima era nascosto dietro una lieve coltre si spezzò in una luce abbagliante, voleva ristabilire le misure, statuire un nuovo ordine mondiale. Ciò che era



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